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Prime Esperienze
Piccola esperienza estiva (realmente accaduto, scritto da lei)
di HypeCuckold
22.08.2019 |
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Sento un brivido strano, non sono mai stata così eccitata, non percepisco più la realtà circostante, sono quasi in trance..."
Estate; un giorno con mio marito ci ritroviamo casualmente in una spiaggetta frequentata da alcuni naturisti.Lui vuole fermarsi: da sempre manifesta la voglia di mostrarsi in pubblico, ma soprattutto di mostrare me, nuda! Io non voglio, assolutamente! Non ho mai accettato alcun tipo d'esibizione... Mai acconsentirei ad espormi nuda, neanche in una spiaggia frequentata da naturisti! Andiamo via.
Ma da quel giorno non mi da più tregua: vuole portarmi in quel luogo, insiste per convincermi che sarà un'esperienza nuova e piacevole. Infine accetto, ma ad una condizione: mostrerò solo il seno, indossando un tanga.
Così cominciamo a frequentare quella spiaggetta, e già il secondo giorno, mentre scendiamo al mare, mio marito ricomincia ad insistere perché mi spogli completamente nuda. Si arriva alla spiaggia attraversando un boschetto riparato e deserto, dove lui vuole che mi spogli tutta (tanto non c'è nessuno), per scattare qualche foto ricordo...
Non voglio proprio, solo a pensarlo mi vergogno moltissimo! Non voglio essere fotografata nemmeno in tanga, quanto poi a farlo nuda, all'aperto, col pericolo di essere vista, neanche a parlarne...
Prova a persuadermi lusingandomi, pone l'accento sulla mia bellezza, mi supplica di lasciarmi immortalare in qualche immagine, da conservare insieme al ricordo...
Ed infine accetto, forse per la sua adulazione, forse perché proprio non c'è nessuno, ma certo anche perché inconsciamente comincio a provare un sottile e conturbante compiacimento nel mostrare la mia (fino allora) segreta intimità...
Mi sento nuda ed indifesa, la situazione mi eccita, tanto che comincio a scherzare davanti all'obiettivo...
Gioco, fingendo maliziosamente di essere legata ad un albero nell'attesa di qualche 'piacevole' tortura, quando sul sentiero compare una coppia che torna dalla spiaggia.
Sono naturisti, non si meravigliano di vedermi nuda, anzi sembrano proprio non farci caso, né alla mia nudità nè al mio gioco intrigante. Non deve sembrare strano che stiamo lì a scattare qualche foto ricordo, probabilmente loro stessi lo hanno fatto chissà quante volte!
Passando accennano un saluto, sorridendo con semplicità.
Osservo il mio uomo: mi sembra eccitato. Forse, più che eccitato, compiaciuto. Compiaciuto che io sia nuda davanti ad altre persone.
In quel momento mi sento in grande imbarazzo; sono certa che, nonostante l'abbronzatura, tutti vedano il rossore sul mio viso. Gli lancio un'occhiata di fuoco: deve capire che non gli perdonerò mai di avermi spinta in quella situazione.
Curiosamente non provo solo imbarazzo o senso di colpa, c'è anche una scintilla strana, come pure è strano e conturbante il sottile compiacimento che in fondo in fondo sto provando anch'io. Abbozzo un sorriso. La coppia prosegue sul sentiero e si allontana.
Mio marito capisce che mostrarmi nuda a quelle persone mi è piaciuto. Mi osserva in modo provocante, fissando il suo sguardo fra le mie cosce nude. Io tremo e faccio l'atto di nascondermi con le mani. Ormai sono eccitatissima.
E lui subito approfitta dell'occasione: prima ancora che possa chiedergli di andare via da lì (e lo avrei certamente fatto) mi prende per mano e mi porta nuda verso la spiaggia, dicendomi che in quel luogo dobbiamo semplicemente comportarci come tutti gli altri, perché lo vogliamo, e soprattutto perché ci piace farlo!
Per un attimo mi oppongo, ma in realtà non voglio fermarmi. Lo seguo.
Arriviamo alla spiaggia e per prima cosa mi butto in acqua, forse nell'ultimo tentativo di nascondermi, ma anche perché ho un gran bisogno di rinfrescarmi!
Lui mi fotografa, con discrezione e facendo attenzione a non inquadrare gli altri bagnanti, non sapendo se gradiscano di essere anche casualmente ripresi.
Mentre mi bagno, un giovane arriva e stende il suo asciugamano, non distante dal nostro.
Ha un bel fisico asciutto e prestante, basso ma ben proporzionato, la pelle olivastra ed i capelli crespi.
Naturalmente si spoglia.
"Quel giovane (penso, mentre lo guardo dall'acqua) oltre ad un bel fisico ha anche un gran bell'arnese... almeno giudicandolo 'a riposo'!" Lo guardo, certo, ma senza prestarvi particolare attenzione, senza malizia.
Mio marito si accorge immediatamente che lo ho notato: mi guarda uscire dall'acqua e, da come mi fissa, so per certo che di malizia il mio maritio questa volta ne ha fatto il pieno!
Conoscendolo, abituata a tutte le fantasie ed i vagheggiamenti che adora raccontarmi quando facciamo l'amore, capisco che sta già immaginando una situazione, tanto oscena quanto improbabile, dove io sono l'oggetto del desiderio che viene offerto allo sconosciuto giovane dai capelli crespi.
E' così che, automaticamente, uscendo dall'acqua il mio sguardo cade proprio lì, sull'arnese del giovanotto, per poi spostarsi velocemente e con imbarazzo su mio marito, che sogghigna con espressione mista tra stupore e lussuria.
Il tipo non può fare a meno di notarci, mi guarda con curiosità ed interesse, attratto dal mio evidente imbarazzo, e forse anche dalla provocante sensualità che sento prorompere da ogni poro della mia pelle bagnata.
Mi affretto a sedermi, cercando di nascondermi accanto a mio marito, che avvicina le labbra al mio orecchio e sussurra: 'Ti ho vista guardare lì, che hai pensato? Ti piacerebbe provarlo, vero?'
Sa perfettamente che non è così, ma vuole scandalizzarmi, provocarmi. Vuole eccitarmi più di quanto non lo sia già.
E' incredibile: non avrei mai potuto nemmeno immaginarlo! È eccitatissimo al pensiero che in me possa accendersi il desiderio per il corpo nudo di un altro uomo; che io possa bramare di essere posseduta da lui, che possa essere penetrata dal suo pene ed infine godere con uno sconosciuto... E tutto questo di fronte ai suoi occhi!
Gli tiro un tremendo pizzicotto, tanto che soffoca un piccolo grido di dolore; mi stringe la mano e mi guarda negli occhi. Certamente vede nel mio sguardo e nella mia bocca tutta la voglia che è in me, tutto ciò che il mio istinto chiede a gran voce, represso e ancora controllato dalla mia volontà.
Posa le sue labbra sulle mie, e la sua mano fra le mie cosce. Sono bagnata. Sono appena uscita dall'acqua, ma il suo dito, introducendosi nel mio sesso, ha trovato un umore denso che non è acqua.
Il tipo intanto ha ovviamente notato tutto questo trambusto, probabilmente ha capito di esserne la causa, perché non distoglie lo sguardo da noi due. Lo sbircio un attimo da dietro la spalla di mio marito. Mi sorride.
Mi giro immediatamente dall'altra parte, senza rispondere, ma mio marito, quasi involontariamente e forse senza essere ben consapevole del perché, gli ammicca con l'occhio.
Il giovane si avvicina a noi, come se volesse semplicemente chiedere se possiamo accendergli una sigaretta; invece ci chiede, con incredibile naturalezza, se vogliamo appartarci con lui nella pineta. Sussulto in maniera visibile, non riesco a rispondere, ho la lingua impastata... scandalizzata? Oppure... troppo eccitata? Anche mio marito non riesce a proferire parola, così il giovane torna a sedersi al suo asciugamano, e continua a guardarci.
Mio marito mi accarezza le mani; tengo la testa appoggiata alla sua spalla, gli occhi socchiusi, sono evidentemente confusa e turbata. Capisco subito a cosa sta pensando, spalanco gli occhi e gli sussurro: 'Non... non vorrai mica... non essere stupido! Tu non vuoi che io, con lui... vero?'
La sua mano si insinua di nascosto tra le mie cosce, richiudo gli occhi e la stringo con la mia, pigiandola con forza sul mio pube. Mi risponde: 'Voglio quel cazzo per te, tutto per te, per farti godere come una Troia...'
Sono allibita, è davvero un porco! Non solo con l'immaginazione, questo già lo so, ma anche nella realtà! Sono anche sconcertata: come può veramente desiderare di darmi ad un altro! Quando facciamo l'amore mi piace essere chiamata troia, ma ora vuole che lo sia veramente! Come può conciliarsi tutto ciò con l'amore che sempre giura nei miei confronti? Forse essere sua significa per lui poter fare di me tutto ciò che vuole, proprio tutto: questo non lo posso tollerare, questo non è amore! Oppure... forse questa è proprio una conferma del suo amore, che in quanto tale trascende la fisicità del sesso. Per alcuni secondi che mi paiono un'eternità la mia mente è sconvolta da questi pensieri. La mia ragione vuole giustificare il comportamento di mio marito; il nostro amore non deve, non può essere messo in discussione! Ed al tempo stesso ogni corda del mio corpo brama il sesso. Quel sesso. Un sesso fine a se stesso: devo concedermi incondizionatamente al piacere, e capisco che posso farlo solo sottomettendomi alla volontà di mio marito, sfuggendo così alla mia.
Intrufolo furtiva l'altra mano fra le gambe di Luca e sfioro il suo pene nudo, duro. Sospirando mormoro: '...Lo...lo voglio...'
Non so cosa veramente 'voglio', sono confusa, forse voglio... Forse immagino di concedermi allo sconosciuto...
Mio marito invece non ha dubbi su cosa vuole per me, perché si volta verso il tipo e gli fa un impercettibile, ma inequivocabile segno d'intesa.
Il giovane si alza e viene di nuovo verso di noi; questa volta si siede sulla sabbia accanto a me, mi appoggia una mano sulla coscia e sussurra: 'Andiamo.'
Sento un brivido strano, non sono mai stata così eccitata, non percepisco più la realtà circostante, sono quasi in trance. La mia volontà ha perso il controllo su me stessa, ma forse proprio perché è quello che voglio...
Mio marito raccoglie le nostre cose, poi mi prende per mano e ci addentriamo tutti e tre nel boschetto dietro alla spiaggia; tremo come una foglia...
Camminando mi riprendo dallo stordimento e cerco di ritrarmi (ultimo barlume di raziocinio), ma mio marito mi cinge affettuosamente con un braccio intorno alla vita nuda. Mi sussurra all'orecchio che mi ama, che pertanto non può esserci per lui cosa più bella che vedermi soddisfare i miei desideri, e che quanto più i miei desideri sono forti, tanto più godrà nel vedermi soddisfatta e sazia.
Mi abbandono al suo fianco, ma mormoro che non voglio assolutamente essere posseduta, accetterò solo di farmi toccare.
Ci appartiamo in una radura isolata: il tipo mi dice semplicemente di rilassarmi.
Rilassarmi?! Invece sono esaltata al pensiero di provare stimoli nuovi, avere un membro diverso... che già si sta mostrando in una impressionante erezione! Lo guardo allibita, un grosso schiavo eretto per soddisfarmi, al servizio del mio piacere. Mi sento in colpa. Quel senso di colpa mi ha resa sensibile come mai lo sono stata prima, l'offerta che faccio del mio corpo mi sta trascinando nel vortice della lussuria, fino al limite estremo dell'orgasmo, quell'orgasmo che puoi raggiungere solo con la mente, quando il corpo non ti appartiene più.
Mio marito mi fa appoggiare ad un albero... Mi sento ancora imbarazzata, forse è la paura nell'offrire qualcosa di intimo, finora ritenuto esclusivo e gelosamente custodito. Ma al tempo stesso non resisto al desiderio di ottenere in cambio il completo appagamento, l'esaltazione del piacere fine a se stesso, senza implicazioni sentimentali o riserve morali, la sublimazione dei sensi, che fino ad oggi so di avere pudicamente represso.
Ci siamo! Lo sconosciuto comincia a leccarmi sul seno e ad accarezzarmi delicatamente fra le cosce.
Sento il fuoco dentro al mio ventre; il piacere e la lussuria, ancora frenati dall'imbarazzo. Guardo colpevolmente mio marito, ma vedo che sorride, eccitatissimo. Mi guarda offerta al piacere di un altro uomo, le mani scure sulla mia pelle morbida, la lingua che sfiora i miei capezzoli, il pene eretto pronto a profanare il mio pube ed il mio sesso nudo.
Sono completamente bagnata (lo ero fin dalla spiaggia), ed ora i miei umori cominciano a colarmi lungo le cosce. Bagno le mani di lui, che continuano ad esplorare fra le mie cosce. Voglio aprirmi fino all'inverosimile perché lui entri in me, fagocitato dalla mia vagina. Sento il suo pene: è durissimo.
Anche il pene di mio marigo è eretto e tesissimo. Se lo cinge con la mano e comincia a masturbarsi, prima lentamente, poi con foga.
I miei occhi si fissano sul pene di mio marito.
Qualcosa è cambiato in me, ora mi sento eccitata e complice, ora mi compiaccio di mostrarmi, offrirmi e farmi toccare e leccare, di fronte a mio marito. Perché lui vuole questo, i suoi occhi mi chiedono questo, ed io per soddisfare la sua volontà, per appagare il suo desiderio, per dimostrargli il mio amore devo godere come una Troia, dovevo ESSERE una Troia.
Lo sconosciuto ora è in ginocchio davanti a me, allunga la lingua dentro al mio corpo, stringendomi le natiche con le mani e spingendomi con forza il naso sul pube, sfregandolo lì dove le labbra carnose si riuniscono in un fiore piccolo e sensibile... Mi abbandono al piacere, fisso ancora una volta mio marito negli occhi. Poi monta in me l'orgasmo, violento come mai l'ho provato prima. Mugolo affannosamente, piego indietro la testa, stringo violentemente le cosce e vengo, e vengo, e vengo... Urlo così forte da temere che qualcuno possa sentirmi dalla spiaggia.
Anche mio marito viene, sento gli schizzi caldi del suo seme sui miei piedi.
Sono ancora eccitatissima, sono appena venuta ma ricomincerei da capo! Riapro gli occhi e prendo fra le mani la testa dello sconosciuto, che è ancora imprigionata nella morsa fra le mie cosce. Lo faccio alzare e gli do un bacio riconoscente in bocca.
Lui allora mi stringe la vita con due mani e mi gira per piegarmi e prendermi da dietro. Mi afferro al tronco dell'albero per non cadere in ginocchio ed inarco la schiena mostrando le natiche ed offrendo quel che vi sta in mezzo, proprio all'altezza del suo pene. Rovescio indietro la testa; gli occhi per il desiderio mi roteano fuori dalle orbite.
La mia vagina pare respirare, nell'affannoso tentativo di risucchiare dentro di se quel grosso strumento di piacere.
Posso sentire il fuoco del mio ventre, posso sentire quel membro sconosciuto e misterioso che forte ed inesorabile preme verso la profondità del mio corpo...
Il pene del giovane mi sfiora le grandi labbra; l'estremità rigonfia si apre la strada dentro di me.
E' strano, ma questo punto ho d'un tratto la perfetta percezione della realtà, la nebbia si dirada e ritorno in me, stringo le cosce e mi ritraggo, un istante prima che lui possa affondare nel caldo profondo del mio ventre.
Con un filo di voce dico che non voglio essere penetrata. Mi giro verso mio marito: non pare contrariato dal mio rifiuto. Mi dice: 'Voglio che tu sia Troia, ma solo nella misura che anche tu lo vuoi.'
Chissà, forse non sono ancora pronta. Ma ormai non posso negarmi completamente, non voglio. E poi quel giovane è eccitatissimo! Certo non se ne andrà a mani vuote! E comunque... Anch'io sono ancora eccitata!
Di nuovo guardo mio marito: tiene ancora il pene caldo e umido nella mano, massaggiandolo lentamente, con espressione beata.
Mi sposto, faccio appoggiare il giovane all'albero, mi inginocchio davanti a lui e con le mani guido quell'enorme pene nella mia bocca. Sono colpita dal sapore, un sapore nuovo, che mi rende torbidamente consapevole di quel che sto facendo: un pompino ad uno sconosciuto, di fronte a mio marito! Di nuovo un brivido percorre il mio corpo, ed avvampo di piacere.
Il pene di mio marito intanto è di nuovo eretto; ricomincia a masturbarsi. Sussulto di soddisfazione e mi avvento con incredibile vigore sull'asta dello sconosciuto, che intanto ha raggiunto dimensioni impressionanti.
Mi metto una mano fra le cosce e comincio a toccarmi, mentre con l'altra mano accarezzo violentemente quel grosso bastone, e con la lingua eseguo piroette vorticose intorno ad una impressionante cappella. Finalmente lui viene, nella mia bocca, mi riempie, caldissimo, bevo. Viene anche mio marito. Infine il fuoco del mio ventre divampa nuovamente e raggiunge la mia gola, la bocca, il cervello... Mugolo a lungo e lentamente; sono venuta per la seconda volta, non sento più nulla.
Mio marito mi guarda, il mio viso è pieno dello sperma del giovane, che abbondante mi cola lungo il mento e scivola sul petto, nell'incavo tra i seni. Ho ancora la bocca piena. Deglutisco.
Vedo l'espressione di immenso piacere sul viso di mio marito; si avvicina e si mette fra noi due, in ginocchio di fronte a me, ora mi sento completamente sua. Lecca il mio seno, lo pulisce ingoiando lo sperma caldo. Mi bacia il capezzolo. Lo guardo e sorrido. Guardo di sfuggita il giovane sconosciuto, percepisco un ultimo brivido corrermi lungo la schiena nuda.
Poi torno padrona di me stessa, e di nuovo sono in preda all'imbarazzo. Cerco qualcosa per coprirmi. Raccogliamo le nostre cose.
Lui con naturalezza ringrazia; mio marito lo saluta. Io dico semplicemente 'ciao', senza alzare lo sguardo.
Mio marito mi prende per mano e mi bacia sulla bocca. La sua lingua mi esplora il palato, vuole ripulirmi anche dentro. Non guardo nei suoi occhi. Andiamo via.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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